sabato 7 giugno 2008

EDUNET : Bambini, circoncisione e difesa della vita dal concepimento


Bambini, circoncisione e difesa della vita
Abbiamo tutti letto, o sentito, la notizia della morte, seguita a una circoncisione eseguita in casa, del neonato di due mesi.
Ci siamo tutti, credo, addolorati e indignati.
Poi sono iniziati i commenti e le apostrofi contro la cultura e la religione musulmana che prescrivono questa pratica.
E’ vero: non si deve mai nuocere ad un bambino in nessun modo, ed è orrore ogni atto che possa fargli del male, tanto più se questo gli procura la morte.
E’ inevitabile, nondimeno, chiedersi se tra le voci indignate ci siano solo quelle di persone che considerano davvero sempre sacre e inviolabili le vite e le persone dei bambini.
O se invece tra queste voci non ci sia anche qualche civilissimo o civilissima abortista.
Infatti, chi si è scandalizzato ed ha accusato la famiglia nigeriana dovrebbe tener conto che la morte del tenero neonato di due mesi non era voluta, mentre interrompere volontariamente una gravidanza implica l’assumere una scelta che, anche se praticata professionalmente e in ambienti asettici, vuole la soppressione di una vita.
Chi provoca la morte di un bambino è colpevole e barbaro? Certamente.

Ma chi condivide la convinzione che la vita di un bambino sia tale fin dal concepimento non vede maggior male o dolore nel provocare la morte con una pratica tradizionale e esercitata con imperizia che nell'aborto.
Chi dunque lanciasse feroci accuse, farebbe bene ad esprimere le sue opinioni, ma è auspicabile sappia essere coerente con la difesa della vita dei bambini: sempre.

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