domenica 27 luglio 2008

Loro: troppo giovani e imprudenti per valutare le conseguenze. Ma i genitori?

Edunet-squareLeggendo l'articolo di Ida Magli, che espone le sue articolate ragioni, sono ritornata su una domanda che in questi mesi mi è sembrata sempre più consistente e motivata.
I nostri giovani riflettono abbastanza sulle conseguenze delle loro azioni?
Non mi esprimo sulla questione matrimoni misti. Ce ne sono di riusciti. Come ce ne sono di falliti tra cristiani ed occidentali.
Il problema sono le conseguenze. Nel caso di un matrimonio tra persone di cultura e religione diversa il problema delle conseguenze non è insuperabile, ma va attentamente considerato e mai sottovalutato.
 
Sulla portata delle conseguenze riemerge spesso, anche per situazioni ben diverse, la domanda di cui sopra.
I comportamenti assunti da tutti, ma certo dai giovani in modo e quantità più intensamente liberi, hanno conseguenze molto importanti e spesso irreversibili; come tutte le azioni umane (e non).
Spesso le scelte che i giovani fanno vengono indotte da mode e modelli sociali.
Questi modelli e mode sociali sono veicolati da media (di tutti i tipi) e rappresentati attraverso i cosiddetti personaggi emergenti (o emersi) che non è necessario elencare. Resta però il fatto che un comportamento, una decisione, una sfida, un'esibizione di sé hanno effetti diversi a seconda del luogo, delle compagnie, delle circostanze in cui accadono.
Una festa, diciamo, trasgressiva che ruoti intorno all'ambiente di Lapo Elkann non avrà probabilmente le stesse conseguenze di un rave in spiaggia ai Murazzi; quest'ultimo potrebbe teoricamente essere, per i partecipanti, più o meno estremo, ma il contesto e il contorno, le compagnie e la mancanza di riferimenti può renderlo un andare, senza ritorno, verso la morte.
Un viaggio intercontinentale per vacanza all'estero con un gruppo di amici liberamente assemblati, ma che si garantiscono un reciproco appoggio anche in caso di serate a base di alcool e giro di locali, può essere più o meno apprezzabile o condividibile, ma probabilmente non si concluderebbe come il viaggio di due ragazzine venete sconsiderate e convinte di poter mantenere il controllo di situazioni rischiose e, invece, incontrollabili.
Di esempi potremmo farne a decine; ma resta un ammonimento di base. Nessuno si può permettere di abbassare il livello della prudenza, della riflessione e della necessità di pesare prima l'effetto delle scelte sugli altri e di pensare con attenzione agli effetti delle proprie azioni.
E' di questi giorni la notizia che i ragazzi cominciano con la cocaina a 12 anni; costa poco e pensano di divertirsi. Non hanno nessuna attenzione a sé stessi. Sono in età di possibili ricatti e condizionamenti pesanti anche a livello sessuale.
Ma sono anche nell'età in cui i genitori devono assolutamente continuare a fare il loro dovere di educatori costi quel che costi. Ma lo fanno?


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